Willem Dafoe ha incontrato il pubblico del Lucca Film Festival e Europa Cinema 2017 in una amichevole conversazione al Teatro del Giglio, moderata da Gianluca Pulsoni ed Emanuele Vietina. L’attore ha esaustivamente risposto alle domande del pubblico, raccontando dai suoi primi anni in teatro all’esordio (con licenziamento) insieme a Micheal Cimino, dal lavoro con Schrader ad un commento sul sempre caldissimo tema del “doppiaggio”
Willem Dafoe tra Teatro e Cinema
“Il cinema consiste nel catturare una performance, il teatro nel farla rivivere di sera in sera. Ovviamente un’altra grande differenza è il ritmo: in teatro sei tu il padrone dei tuoi ritmi, in un film lo è il montatore.”
Dafoe ha cominciato ha recitare giovanissimo, nel 1972, a soli 17 anni. Dopo i primi anni come membro della compagnia d’avanguardia “Theatre X” fu scritturato da Michael Cimino per I cancelli del cielo, del quale ricorda
“Su Michael Cimino posso dire che mi ha licenziato perché ridevo a una barzelletta di una persona durante una prova luci. E pensare che fino a quel momento me la stavo godendo!”
Una carriera nella quale il nativo del Wisconsin ha visto cambiare i registi, i generi e i metodi di creazione di una pellicola. È infatti interessante riportare un’osservazione dell’attore sulla rivoluzione digitale:
“Filmare in digitale consente agli attori di essere più rilassati; la ricerca è meno spasmodica e aggressiva. Puoi prenderti i tuoi tempi perché non sei preoccupato della pellicola che stai sprecando.”
Scorsese e Schrader
C’è un filo rosso che lega Paul Schrader a Martin Scorsese. Hanno contribuito l’uno al successo dell’altro, il primo ha scritto Taxi Driver e il secondo lo ha diretto. Dafoe ha avuto la possibilità di lavorare con entrambi e ha raccontato al pubblico:
“Paul Schrader invece è molto formale nel suo approccio, ci ho lavorato diverse volte e non mi ha mai parlato, la qual cosa mi ha fatto venire diversi dubbi finché non è venuto lì e ha detto: “Sono uno che parla poco, ma stai facendo un gran lavoro!”. Un sospiro di sollievo!”
Con il regista di Toro scatenato, invece, Dafoe ha preso parte a uno dei più scandalosi film del ‘900.
“L’ultima tentazione di Cristo era rivoluzionario, ma quando interpreti un personaggio chiamato Gesù vuoi evitare di cadere nello stereotipo e al contempo di andare troppo lontano dall’immaginario collettivo”
Sul Doppiaggio
Ricevuta dal pubblico una domanda relativa alla sua esperienza di doppiatore nei cartoni animati, Dafoe ha raccontato come quel tipo di lavoro sia
“Come una partita di tennis: un botta e risposta”
per poi aggiungere un suo personale commento sulla tradizione italiana di doppiare le pellicole:
“Come ho sentito la parola ‘doppiatore’ mi sono venuti i brividi. Penso alla vostra abitudine di doppiare i film. Lo so che l’Italia va veramente orgogliosa di questa tradizione, ma dovreste davvero farla finita.”