Perla assoluta della filmografia di William Friedkin, “Vivere e morire a Los Angeles” è un intrigante noir secco e metropolitano, collocato in un immaginario urbano, americano e hollywoodiano di metà anni ottanta.
La pellicola è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Gerald Pietevich, ex agente segreto.
Costantemente in bilico tra legge e crimine, realtà e rappresentazione, anarchia ed ordine.
Un torbidissimo affresco in cui il confine tra il bene e il male rischiano inesorabilmente di confondersi.
Un caustico bivio tra la vita e la morte. Una carrellata di dualismi in cui la contraffazione di denaro diventa un’inevitabile metafora della manipolazione dei rapporti umani.
Abbiamo due poliziotti, Chance e Vukovich.
Un cattivissimo Willem Dafoe, intrigante falsario ossessionato dall’idea della purezza assoluta: emblematica la scena in cui il suo personaggio brucia i contanti ormai diventati “impuri” dopo essere passati dalle mani dei due agenti.
Quest’ultimo uccide uno dei due agenti, scatenando l’ira e la brama di vendetta da parte del collega e amico. Il leitmotiv sarà il medesimo per l’intera durata della pellicola: il poliziotto sarà disposto a tutto pur di acciuffare chi ha ucciso il suo partner.
Da molti considerato il miglior film action degli anni ottanta, con questa pellicola Friedkin dimostra di essere, da una parte, degno erede di una tradizione tipicamente anni ’70, attraverso un meccanismo di piena adesione alle dinamiche del poliziesco, ma al contempo perfettamente consapevole della galoppante trasformazione in atto, che investiva in quegli anni il genere, diventandone fautore.
Un film che si discosta dalle solite “americanate” e ci accompagna nella stanza oscura, nel lato borderline della legge .
Non poteva essere diversamente, per questa pellicola che da tutti è ricordata per la mitica scena dell’inseguimento: un’estenuante rincorsa automobilistica, in cui paradossalmente sono i cattivi ad inseguire i buoni, quasi a voler ribadire che fra gli uni e gli altri non c’è molta differenza.
A proposito: si è trattata dell’ultima sequenza che è stata girata.
A quanto pare perché se qualcuno si fosse fatto male non sarebbe servito rimpiazzarlo per il resto delle riprese. La sequenza in questione fu girata con il flusso di traffico che andava al contrario.
Nonostante sembra che stiano guidando nella corsia sbagliata, i due protagonisti si trovano in quella giusta, mentre tutte le altre macchine si trovano in quella sbagliata (non a caso Chance guida sul lato destro, mentre il traffico procede sulla corsia di sinistra).
William Friedkin sarà protagonista al Lucca Film Festival – Europacinema dal 3 al 10 aprile 2016.
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