“Ultimamente la cosa che mi interessa di più è contraddire quello che ho scritto finora, perché è esattamente quello il punto in cui la vita entra nel film.”
Grande attesa quest’anno al Lucca Film Festival e Europa Cinema per Olivier Assayas, tra gli ospiti d’onore al quale sarà dedicato il gala conclusivo di domenica 9 Aprile. Ripercorriamo insieme la sua storia.
Parigi, tra cinema musica
Il regista francese esordisce all’età di 24 anni con il cortometraggio Copyright (1979), che gli vale la collaborazione ai Cahiers du Cinéma. Collabora per cinque anni con la rivista, maturando un notevole interesse soprattutto per il cinema orientale. Inoltre, in virtù di un eclettismo che pare specchiarsi perfettamente nello spirito del nostro festival, Assayas è, da sempre, grande cultore di musica e collabora a lungo con la rivista Rock & Folk.
“Quando ho iniziato a fare film, la gente che frequentavo, la scena di Parigi in quel periodo era piena di musicisti. Così improvvisamente ho deciso di lasciarmela alle spalle, perché c’è un momento in cui devi dire ciao ciao ai tuoi vecchi amici.”
Assayas e l’amore per l’Oriente
La sua passione per il cinema orientale è tale da segnare la svolta decisiva nella sua carriera di regista. Nel 1996 esce infatti nelle sale il film che lo consacrerà definitivamente al grande pubblico: Irma Vep, omaggio al cinema di Hong Kong, interpretato da Maggie Cheung, che il regista sposerà nel 1998. L’attrice e modella cinese sarà protagonista anche del suo film del 2004, Clean, sull’ambiente punk. Clean rappresenta un’ulteriore testimonianza della forte vocazione sperimentale del regista, capace tuttavia di fondersi con una vocazione intimista che, nelle sue ultime produzioni, raggiunge esiti di straordinaria raffinatezza.
Irma Vep
Irma Vep, dal serial cinematografico del cinema delle origini Les vampires (1915, Louis Feuillade), è un interessante percorso meta-cinematografico, di riflessione sul fuori campo perpendicolare alla macchina da presa, sorta di Inferno clouzotiano o Nuit Américaine truffautiana, costante cinematografica che, data l’intrinseca attualità, non necessita, di fatto, attualizzazioni. E, in effetti, Truffaut e in generale la Nouvelle Vague sembrano determinanti nel cinema di Assayas, a partire dalla figura-antonomasia del nuovo cinema francese: Jean-Pierre Léaud. Attore personaggio, emblema delle rotture e ricostruzioni della nuova onda francese e di tutte quelle che l’hanno seguita, freeze-frame di una gioventù incerta, Léaud-Antoine Doinel torna in Irma Vep, interpretando il tormentato regista di un progetto irrealizzabile. Già interprete di Contro il Destino (1991), l’attore francese accompagna Assayas in un excursus autoriflessivo, non privo di ironia, sui retroscena di un film in costruzione, sui rapporti umani e il metodo Stanislavskij.
Un sogno in bianco e nero in 16 fotogrammi al secondo che si infrange, sorridendo, contro i 24 e i futuri 48 fotogrammi della colorata modernità.
Personal Shopper
Al Lucca Film Festival e Europa Cinema Assayas presenterà l’anteprima toscana del suo ultimo lavoro, Personal Shopper, nel quale rinnova peraltro la collaborazione con l’attrice Kirsten Stewart, già interprete di Clouds of Sils Maria (2014) al fianco di Juliette Binoche. Il regista francese terrà inoltre una conversazione con il pubblico e sarà omaggiato con il Premio alla Carriera.