Edizione 2009
Il Festival
La quinta edizione del Lucca Film Festival si è svolta a Lucca nell’arco di 7 giorni, dal 17 al 23 ottobre, presso il Teatro San Girolamo ed il Cinema Centrale. Le esposizioni artistiche hanno occupato gli spazi del Complesso di San Micheletto e del Teatro S.Girolamo.
La rassegna è stata sponsorizzata dalla Mediateca Regionale Toscana, dalla Provincia, dal Comune e dall’Apt di Lucca, dalla Fondazione Banca del Monte di Lucca, e dagli sponsor privati Puccini e la sua Lucca Festival e Natural Project.
Film in anteprima
“KISS” di Andy Warhol – Performance musicale a cura di Bursi, Bolognesi e Gherardi.
Presentazione in anteprima degli ultimi due cortometraggi del progetto “Twenty Puccini”.
Presentazione in anteprima del programma “NYC to PAL”. Il meglio del cinema indipendente sperimentale di New York
Una larga retrospettiva su una delle figure principali nel panorama del cinema sperimentale e d’avanguardia: Robert Cahen
Dopo essersi laureato al Conservatoire National Superieur Musique de Paris, studiando con il fondatore della “musica concreta” Pierre Schaeffer, nel 1971 Robert Cahen diviene membro l’ORTF (Office de Radiodiffusion Télévision Française) per poi iniziare nel 1972 l’attività di video sperimentazione. Resosi internazionalmente noto come uno dei principali esponenti della “seconda generazione” di video-artisti, Cahen esplora il mezzo audiovisivo nella sua totalità instaurando uno strettissimo rapporto tra cinema, musica e fotografia. Approcciandosi all’arte in modo non convenzionale, l’artista caratterizza i suoi lavori con forte soggettività, manipolando originalmente immagini, narrazione, suono. Oltre a proporre i suoi primi lavori in pellicola, accompagnati dalla gradita presenza in sala dell’autore stesso, durante i giorni del Festival è stata inaugurata una grande mostra negli spazi della Fondazione Raggianti.
Un tributo ad un regista affermato nel panorama cinematografico internazionale: Lou Castel
Dagli esordi nel cinema italiano degli anni Sessanta, dove riuscì a plasmare la propria immagine incarnando lo spirito ribelle della contro cultura giovanile, ad oggi, Lou Castel è riuscito rendersi protagonista della storia del cinema mondiale collaborando, fra i tanti, con registi del calibro di Bellocchio, Fassbinder, Wenders, Chabrol, Garrel, Lenzi e Cavani. Coerente a se stesso, grazie ad uno spiccato eclettismo l’attore ha saputo mantenere nell’arco della sua vastissima carriera lo spirito libertario, l’avversione al compromesso e la sincerità che lo hanno da sempre caratterizzato. La quinta edizione del Lucca Film Festival gli ha reso omaggio con una retrospettiva di alcuni dei suoi lavori; parallelamente Castel ha omaggiato Lucca onorandoci della sua presenza.
Un tributo ad un giovane regista emergente, che opera nel cinema mainstream, ma presenta posizioni originali e tese a rinnovare i propri codici: Guillaume Nicloux
Direttamente collegato al progetto Sable noir, il Festival ha proposto un omaggio ad uno dei più interessanti registi della nuova scuola francese. Nato nel 1966, regista, attore e sceneggiatore; a 22 anni, mentre studia al Centre National des Lettres, mette su una compagnia teatrale, “La Troupe”. Dopo un telefilm per Arte intitolato “La Vie crevée” con Michel Piccoli e Arielle Dombasle, dirige per il cinema “Faut pas rire du bonheur”. Attratto dall’universo dei detectives privati e dai film di Jean-Pierre Melville dirige nel 1998 “Le Poulpe” con Clotilde Courau e J.P. Darroussin e, nel 2002, “Une affaire privée”, primo atto di una trilogia che comprenderà “Cette femme-là” (2003) e “La clef” (2007). Nel tempo trascorso tra le 2 opere dirigerà inoltre “Le concile de pierre” (2005). Proprio la suddetta trilogia è stata oggetto di omaggio, con la gradita presenza del regista in sala che ha presentato 2 delle 3 opere in esame.
Una retrospettiva tematica, che si concentra su un tema in particolare, oppure su di una nazione o un genere: Sable Noir – Il nuovo cinema di genere in Francia
Sable Noir – Sabbie nere. Sprofondarvi lentamente, progressivamente; metafora di una discesa nelle zone d’ombra dell’inconscio, un viaggio senza ritorno negli abissi della psiche umana. Questa innovativa sezione del Festival ha intrapreso questo viaggio, attraverso una breve panoramica all’interno della recente filmografia francese. Sono state presentate 9 opere in nero, dolorosi affreschi rubati al genere noir, da cui la sezione ha avuto origine e di cui ne ha estrapolato il concetto sviluppandosi in direzioni imprevedibili, accarezzando raffinate soluzioni d’autore per poi sporcarsi con i “generi”, talvolta, addirittura, con il “gore” più esplicito. Una sezione, dunque, che ha giocato con i termini, sognado di poterli ridefinire o addirittura annullare. Una dimostrazione dell’attuale stato di salute della filmografia francese, sempre attenta alla tradizione ma contemporaneamente aperta alla contaminazione con i generi.
Vincitore Concorso Internazionale di Cortometraggi: Alberto Cabrera Bernal con “Cada cuatro fotogramas” (ESP)
Attività espositive/performative:
Mostra su Robert Cahen realizzata in collaborazione con la Fondazione Ragghianti, presso gli spazi della Fondazione
“Le facs of life”: film a dispositivo concettuale/poetico che incrocia le traiettorie di coloro che furono influenzati dal processo di creazione del pensiero meccanico di Gille Deleuze, nel contesto rivoluzionario del Centre Expérimental Universitaire di Paris 8 Vincennes (1969-1980).
“Twenty Puccini – Atto secondo”: l’«anti-collezione» di corti pucciniani ha avuto un seguito: dopo il successo dei primi quindici film di «Twenty Puccini» in tutte le parti del mondo – da Berlino a Taipei, da Sidney a Vienna a Montréal – sono stati presentati i numeri sedici e diciassette, i nuovi lavori freschissimi di Xanaé Bove e David Reznak.
“NYC to PAL. New videos from NY.”: selezione curata da Andrea Monti di 11 frammenti della scena video di New York, tra performances sperimentali di veterani della pellicola passati al video a veri e propri pionieri che utilizzano entrambi i supporti. Uno sguardo semplice ma di grande attenzione critica, guidato da amicizie, incontri, esperienze del tutto extra-curatoriali e fuori programma.
“Kiss”: Uno dei capolavori di Andy Warhol (USA, 1963, 16mm b/n, ’50) musicato dal vivo da Giulio Bursi, Davide Gherardi e Pia Bolognesi. Una tappa del progetto Folksonomy che, fondato sull’incontro delle esperienze hardcore, noire, elettronica ha saputo sviluppare le possibilità che il suono e l’immagine possiedono senza prevaricarsi, rimanendo entità indipendenti anche se combinate in un unico “evento”.