Nelle remote periferie del villaggio di Manorva, Rukhiya, Phekan e il loro figlio Karimana vivono ai margini della società, avvolti dalle melodie inquietanti delle preghiere di Kirtan. Phekan, un umile lavoratore, lotta contro la povertà, mentre la resiliente Rukhiya nutre teneramente il loro bambino nonostante le scarse risorse. Il viaggio di Phekan verso la città per lavoro si svela in vividi quadri di sfruttamento e inganno, culminando in uno scontro violento con la polizia, che lo lascia malconcio e disilluso. A casa, Rukhiya è tormentata da voci che la marchiano come una strega, e una voce minacciosa mette in pericolo la vita di suo figlio a meno che lei non faccia un sacrificio impensabile, spingendola alla follia. I fugaci momenti di speranza di Phekan, consegnare giornali e aiutare un proprietario di un carro in difficoltà, sono offuscati dal tradimento, dalle false accuse e da una folla frenetica. Nehura, un crematore pentito che riconosce Phekan, cerca redenzione. In una danza surreale e provocatoria, tormentata da voci spettrali, Rukhiya dà fuoco alla sua casa. Mentre contempla il sacrificio di sé stessa per salvare suo figlio, Nehura, sul punto di trovare la redenzione, vede una visione della dea, una nota divina di perdono e un nuovo scopo.