In “La promessa dell’assassino” (titolo originale “Eastern Promises”), un film del 2007 diretto da David Cronenberg, è presente una delle scene cult della storia del cinema, che tutti ricorderemo.
Ovvero quella in cui Nikolai (Viggo Mortensen) lotta in un bagno turco, completamente nudo, contro due sicari giunti lì per ucciderlo.
La scena è cruda, violenta, ma al tempo stesso molto intensa e significativa, poiché mette in risalto i veri protagonisti del frame: il corpo nudo del protagonista e i suoi tatuaggi, che raccontano il vissuto dell’uomo.
La pellicola, infatti, si apre con una frase che invita alla riflessione:
“I tatuaggi raccontano l’intera storia di un uomo più delle sue parole”.
Essa ci introduce all’esotico mondo dei riti della malavita russa caratterizzati dall’uso dei tatuaggi come codici in grado di raccontare per immagini la vita del loro proprietario.
Sono i tipici tatuaggi criminali russi, fatti nei bassifondi della società, tipici di bande criminali, mafie, gruppi organizzati. In questa sub-cultura ogni tatuaggio è un simbolo, un prova sulla pelle atta a distinguere le bande, mostrare interessi o descrivere la propria storia criminale.
Nonostante, il film segni forse definitivamente il distacco del regista da quel genere horror che tanto lo ha caratterizzato negli anni, è proprio qui, in quanto detto finora, che ritorna a galla la personalità della filmografia di Cronenberg: la manipolazione e la trasformazione del corpo umano, il tema dell’ornamento della carne che si fa codice e messaggio.
Ed ecco, qui sotto, un video in cui Cronenberg stesso ci racconta cosa giace sotto l’inchiostro indelebile che questi uomini portano sulla loro pelle: