Al Lucca Film Festival e Europa Cinema 2017 ha partecipato uno degli ospiti più attesi, il regista e sceneggiatore americano Oliver Stone, tre volte premio oscar e pilastro del cinema politico statunitense.
Oltre a ricevere il premio alla carriera, ha incontrato il pubblico e la stampa, conversando a ruota libera su diversi argomenti: dal suo nuovo progetto all’America contemporanea, dai suoi primi lavori fino ad Alexander, del quale ha poi introdotto la proiezione.
Conversations with Putin e Trump
Ciò che maggiormente ha catturato l’attenzione del pubblico e degli addetti ai lavori è stato sicuramente l’annuncio del nuovo progetto del regista americano:
“Sto concludendo un documentario che vorrei riuscire a pubblicare all’inizio dell’anno prossimo, filmato a Mosca per un anno e mezzo. Si intitolerà Conversations with Putin. È la prima volta che tutti potranno ascoltare Putin che parla in inglese, non mediato da un interprete, e questo consentirà a tutti di farsi una propria idea non mediata sul suo pensiero. È uno degli uomini più potenti del mondo, ma a causa della barriera linguistica di lui abbiamo una visione molto parziale.”
Ha detto in conferenza stampa. Non è, ovviamente, mancato un commento verso l’amministrazione Trump e la situazione odierna del suo paese:
”Trump sta andando nella direzione sbagliata, completamente. Anche su questioni fondamentali come quella ambientale. Trump mi ha sorpreso molto anche in politica estera, si è dimostrato tanto duro e ignorante quanto lo sarebbe stata la Clinton. È il caso che Trump si faccia al più presto una cultura e impari qualcosa di politica estera; non ha idea di come funzionino i rapporti di potere interni, figuriamoci quelli internazionali…”
Alexander e gli “Studios”
Quando è stata la volta della presentazione di Alexander, il regista americano ha espresso ancora una volta il suo amore verso la pellicola su “Alessandro Magno” e soprattutto verso il personaggio storico stesso . Perché, per Stone, Alexander è soprattutto un uomo pieno di dissidi interiori da risolversi, nonostante sia rimasto nella storia come uno dei più grandi conquistatori di sempre, le battaglie più grandi le ha fatte con se stesso.
“Ho impiegato 10 anni per questa sceneggiatura ma posso dire di esserne soddisfatto. Alexander è il viaggio di un uomo che deve entrare dentro di sè per conquistare se stesso.”
Infine, dopo aver ospitato Willem Dafoe, il Teatro del Giglio ha accolto il pubblico e Oliver Stone per una conversazione moderata da Silvia Bizio e dal direttore del teatro Manrico Ferrucci. Dopo aver rimarcato ancora una volta il suo amore per l’Italia e il suo “debito” verso il cinema italiano, che tanto gli ha insegnato, il premio oscar ha rilasciato una interessante dichiarazione a proposito del cinema Hollywoodiano:
“Ho cercato di rimanere spesso fuori dagli studios. Le major non vogliono correre rischi, soprattutto con delle storie che vanno contro l’America stessa. Credo che oggi non sarebbe possibile produrre un film come Nato il 4 luglio. Bisogna sfatare il falso mito dell’America come salvatrice del mondo. Per Snowden, per esempio, non c’era possibilità di avere dei finanziamenti americani, abbiamo dovuto cercare altrove. Alla fine abbiamo trovato i soldi in Francia e in Germania. Dovete capire che è davvero difficile fare alcuni tipi di film negli USA. Le mie sono pellicole di critica agli Stati Uniti, ma essa è mossa dall’amore, è sempre una critica costruttiva. ”