Il premio Oscar Paolo Sorrentino: la sua idea di cinema, la sua poetica e i temi a lui più cari in 10 citazioni.
- Fare un film è questione di meticolosità.
“Sono meticoloso, a volte ossessivo. Quando ho finito di scrivere vado a fare i sopralluoghi, mi alzo anche alle tre del mattino per vedere la luce che cambia, fotografo ogni angolo del set poi faccio ingrandimenti e li attacco in camera. Comincio a girare il film quando l’ho già visto tutto nella testa. Questo deve fare un regista. Vedere.”
- Il regista: campione d’intuito.
“Una qualità che un regista deve sicuramente possedere è l’intuito, perché i film hanno tempi di lavorazione molto veloci e non c’è mai il tempo per riflettere e per far decantare le soluzioni da adottare. Quasi sempre bisogna procedere con l’istinto, scegliendo una cosa piuttosto che un’altra, e solo successivamente c’è il tempo di ragionare e verificare.”
- Il cinema è un gioco.
“Mi ha sempre dato molto fastidio sentire quegli autori che dicono di fare un percorso, di seguire una direzione: io prendo il cinema molto più alla leggera. Il cinema mi dà l’idea di un rifugio per chi non sa fare nulla, anche se in realtà poi uno le cose deve saperle fare eccome, ma è certamente una cosa molto divertente, un grande gioco. E come tale va vissuto.
- La funzione del cinema.
“Come regista, preferisco occuparmi del desiderio. Il cinema non è l’arte giusta per l’orrore: la sua vocazione è il desiderio”.
- La centralità della scrittura.
“La scrittura è il centro di tutto. È anche la fase irrimediabile del lavoro. Ogni altra cosa è recuperabile e correggibile nel fare un film. La scrittura, se è fatta male, farà andare tutto male. Non la recuperi strada facendo”.
- Fare film: un processo in continua evoluzione.
“Invento tante cose vivendo sul set. Un film è il risultato del tempo che si trascorre assieme durante le riprese, non solo delle intenzioni che si avevano quando lo si scriveva”.
- L’esordio di Sorrentino: a proposito de “L’uomo in più”.
“La mia paura era che potessi fare quel primo film e mai un secondo, e allora dato che avevo la possibilità di raccontare due storie ne ho approfittato”.
- La bellezza, il corpo.
“Trovo che ci sia bellezza in tutti i corpi. Il bello per me non è legato al desiderio sessuale, ma alloggia dove c’è l’errore, l’imperfezione. Oggi il pensiero del bello è legato al sodo, quando il molle per me è altrettanto attraente”.
- La giovinezza e la vecchiaia, secondo il regista di “Youth”.
“Sono vecchio dentro. Da una vita. Per certe cose sono in anticipo, per altre, come la cultura, l’essere preparati, il capire le cose, sono in ritardo: faccio film che i miei colleghi hanno girato dieci anni prima, anche se sono abbastanza furbo da far credere che sto avanti.”
- Da “La Grande Bellezza”, in sapore di “Youth”.
“Che cosa avete contro la nostalgia, eh? È l’unico svago che resta per chi è diffidente verso il futuro, l’unico”.